sabato 31 marzo 2012

Prima di Pasqua

Care amiche e cari amici,
come sapete è ripresa l'apertura serale e festiva autogestita della sede dell'Asilo: non sta andando benissimo, ma va (cercheremo di individuare le criticità): serve che costruiamo una maggioranza consapevolezza del fatto che facciamo parte di una comunità e che i nostri spazi e le nostre attrezzature sono un bene comune; come forse non sapete stiamo completando il quadro delle deleghe e delle responsabilità, le pubblicherò nel fine settimana, e così potremo allargare operativamente il quadro delle persone coinvolte nella gestione (sono moltissimi quelli che danno una mano).
Nei prossimi giorni incontrerò tutte le classi, anche in vista della costituzione dei consigli di Corso di laurea e della definizione della struttura dei corsi del prossimo anno.
Ma - in questo blog - voglio dire in modo chiaro a che punto è la notte.
La crisi economica, che non finirà presto, le decisioni dissennate di tagli indiscriminati alle risorse per l'Università,  una legge pasticciata, incoerente e sbagliata (la cosiddetta legge Gélmini), le molte circolari e i molti decreti che - con lo scopo di razionalizzare -  complicano la possibilità di gestire l'offerta formativa, si aggiungono ai problemi strutturali di AAA, quelli - drammatici e insostenibili -  delle sedi, del personale, dei finanziamenti: il fatto che vi sia stato un taglio enorme dei fondi per i visiting professor da parte della RAS mette in enorme difficoltà, per non dire che rende impossibile, la costruzione di un'offerta didattica adeguata per il prossimo anno accademico.
Siamo stati costretti, con grande rammarico, a chiudere il corso di Laurea di Design, un corso che funzionava ed era utile, abbiamo difficoltà a definire in modo stabile - se non con grandi e intelligenti invenzioni - l'offerta per le lauree magistrali.
Abbiamo spazi insufficienti, inadeguati e di dubbia agibilità: la possibilità di entrare nella nuova sede a Settembre si fa ogni giorno più dubbia e non sappiamo come cominciare l'anno (a parte che sulla destinazione del complesso delle Isabelline non c'è ancora piena chiarezza).
Abbiamo una dotazione di personale del tutto insufficiente.
Dopo il taglio delle risorse da parte della Regione, dovuto alla nostra esclusione dai fondi per l'università diffusa, abbiamo proceduto raschiando il fondo del barile e peggiorando in modo vistoso alcuni servizi, con qualche occasionale generoso contributo dell'Ateneo.
Siamo una sede staccata con solo una frazione dei servizi disponibili per le sedi di Sassari.
La mia impressione è che non ci sia nella nostra comunità di Alghero e nella nostra più vasta comunità dell'Ateneo, la percezione della gravità e dell'urgenza della situazione e della necessità di una mobilitazione, in primo luogo delle coscienze, per affrontare questo passaggio.
Parlo di passaggio perché nonostante l'entità e la gravità dei problemi se tutti facessimo la nostra parte, quel che è necessario, passata l'emergenza, per far andare avanti un'esperienza di assoluto valore, di grande importanza economica, sociale, culturale e simbolica per la città, il territorio e per l'Ateneo, non è poi così tanto; occorre relativamente poco, molto meno di quanto viene speso da altri parti per risultati più dubbi.
Ho già scritto che con un'adeguata disponibilità di spazi (che sarebbero spazi restituiti alla città e ai suoi ospiti, non sottratti), con una dotazione di personale normale e "media", con la garanzia di alcuni servizi, con un flusso di risorse ragionevole (molto meno dei milioni di euro per Oristano e Nuoro, non molto di più di quelli per Olbia), potremmo non solo farcela a sopravvivere (e di vegetare a me non interessa e non serve a nessuno), ma anche a essere un Scuola di assoluto rilievo internazionale, un dinamico vascello utilissimo a tutta la flotta dell'università sassarese e all'intero sistema formativo della Sardegna.
Nei prossimi giorni presenteremo alla città cosa è stato e cosa può essere AAA, in occasione del nostro decennale.
Come ho già più volte scritto, dopo l'insediamento degli studenti nel Consiglio di Dipartimento (diciamo a inizio Giugno) rimetterò il mio mandato per ovvie ragioni di democrazia; valuterò in quello occasione se propormi per una conferma o no.
Ho già scritto che non intendo fare l'esecutore testamentario: se - come non è improbabile - questo dovesse apparire il destino probabile, non mi ripresenterei; tuttavia vi assicuro che in questi due mesi mi batterò perché AAA possa vivere e prosperare; mi piacerebbe che ognuno di voi, donne e uomini di AAA, foste consapevoli che non potete non darvi da fare e non potete non essere preoccupati. Solo insieme possiamo farcela. Grazie.

venerdì 23 marzo 2012

Sono soddisfazioni

Lo so non è da me scrivere come se fossi ottimista.
Ma quando ci vuole ci vuole.
Due su dieci finalisti al concorso europeo per il progetto di una casa in legno erano di Architettura ad Alghero, o meglio erano studenti di AAA, coordinati da tre nostri docenti Massimo Fragiacomo e Antonello Monsù nostri docenti di ruolo e Josep Mias nostro visiting professor da qualche anno.
Uno dei due gruppi ha poi vinto.
Daremo notizia ai media e sul nostro sito delle informazioni di dettaglio e le immagini dei progetti.
Posso solo dare ora i nomi dei vincitori: Gavino Fadda, Emanuele Lisci, Valeria Obino
Ne siamo molto lieti; anche perché in molti di questi concorsi le nostre ragazze e i nostri ragazzi si comportano molto bene, spesso vincendo o avendo menzioni.
Ci fa piacere.
Perché nell'Università si deve fare e fare bene la ricerca. E serve valutarla seriamente. Come si fa mi piacerebbe poterlo discutere.
Ma nell’Università (degli studi) si deve fare e fare bene la didattica. E serve valutarla seriamente. Come si fa mi piacerebbe poterlo discutere.
E ci sono altre cose da valutare.
Tuttavia c’è un fatto: in genere, i nostri studenti e laureati si comportano molto bene in tutti i contesti in cui si trovano a lavorare con colleghi di altre Università, italiane e straniere: sovente molto bene.
Mi fa un enorme piacere.
E mi convince che l’idea dei bocconiani (al governo e fuori) di puntare su un ristretto gruppo di Università di serie A, relegando le altre al ruolo di teaching universities è una sciocchezza sesquipedale.
In ogni caso grazie e congratulazioni: Emanuele, Gavino, Valerio, Antonello, Josep, Massimo.  

sabato 17 marzo 2012

Prossimo Consiglio di Dipartimento

Mercoledì avremo un Consiglio di Dipartimento importante.
Probabilmente dovremo impiegare parecchie ore, ma le questioni sono molte.
Parlo di un paio di queste.
La Regione ha operato un taglio molto forte sul finanziamento dei visiting professor.
La Commissione di Ateneo ha dovuto quindi operare delle scelte molto dolorose e lo ha fatto con saggezza ed equilibrio, anche individuando - per i prossimi anni - criteri che premino l'uso migliore delle risorse; come sempre la presenza in  Commissione del nostro vice-direttore Baingio Pinna, che si fa carico al mio posto di molte rogne, è stata preziosa.
Ma per noi, che usiamo questa risorsa per coprire incarichi di insegnamento e per coprirli con docenti e professionisti stranieri di grande qualità, alcuni dei quali sono con noi da anni e svolgono un ruolo in tutto il nostro percorso formativo (dalle Tesi alle attività culturali), questo taglio è devastante: sono quasi il corrispettivo di duecento mila euro in meno rispetto allo scorso anno; soldi che non abbiamo e che anche se avessimo sarebbe difficile utilizzare con la stessa efficacia e (relativa) semplicità.
Come ne usciamo, avendo a disposizione due long visiting dei tredici che ci servono e neanche uno short, non lo so proprio: ne dovremo parlare.
La seconda è una questione per noi vitale: proporrò al Consiglio una mozione, da portare alla prima riunione del nuovo Senato Accademico, per cui l'Ateneo riconosca ad Architettura ad Alghero lo statuto di sede distaccata (il termine esatto dobbiamo pensarlo): ci serve per gestire la mobilità con Sassari, ci serve per facilitare la possibilità che il personale accetti di trasferirsi nella nostra sede, ci serve soprattutto per poter essere inseriti nei finanziamenti regionali per l'Università diffusa, condizione vitale per il nostro futuro.

Molto mi chiedono, in questi giorni - che sono molto ambivalenti - in cui si chiude il secondo mese del mio mandato; "ma c'è davvero il rischio che Architettura ad Alghero chiuda?"
Se devo guardare all'impegno e alla disponibilità di molti colleghi, docenti e no, alle attenzioni e alle richieste che abbiamo dal territorio, numerose e convinte, alla ricchezza della progettualità che scopro ogni giorno, all'intelligenza e alla generosità dei nostri studenti, dottorandi e assegnisti, la mia risposta sarebbe un "no" rotondo.
E in più abbiamo battezzato il nostro Dipartimento con il sottotitolo, che è anche il nostro bellissimo logo, Architettura ad Alghero; vorrà pur dire qualcosa sulla nostra volontà.
E in più abbiamo un positivo e convinto sostegno dall'Ateneo, che ha sempre tenuto in considerazione, con attenzione e apertura, i nostri problemi.
E in più siamo combattivi.
Ma ...
Non abbiamo tempo: serve un intervento straordinario, rapidissimo, sulle strutture e le attrezzature, sul personale, sui finanziamenti e serve poi arrivare ad una condizione normale di funzionamento, che solo il riconoscimento di sede distaccata ci può dare.
Quindi non so rispondere in modo certo: i nostri corsi di Laurea non chiuderanno certamente, probabilmente continueranno a essere ad Alghero, ma perché si possa mantenere la qualità cui siamo abituati e che le nostre studentesse e i nostri studenti meritano, c'è da lavorare. E non è detta; serve l'impegno di tutti.     

martedì 13 marzo 2012

Una nota di ottimismo

Qualche volta ci vuole un po' di ottimismo.
Non quello banale, del tipo: oggi non si è rotto niente, che pure aiuta.
Una cosa più sostanziale.
Stiamo riprendendo l'autogestione.
Dato che questo blog è più letto fuori di AAA che dentro, spiego di cosa si tratta.
Da qualche anno i nostri studenti hanno la possibilità di auto-gestire l'apertura notturna e festiva della sede dell'Asilo per lavorare ai loro progetti e per studiare.
Una grande e utile cosa.
Ci sono stati frequenti problemi e periodiche interruzioni perché, dopo un po', c'era un abbassamento del livello di buona educazione e le aule venivano lasciate in stati indecorosi; per cui si sospendeva e poi si riprendeva con i buoni propositi (di cui, come è noto agli urbanisti, sono lastricate le strade che portano all'inferno) e così via.
Stiamo provando a rendere definitiva l'autogestione; una commissione con molti studenti, il nostro vice-direttore Prof. Baingio Pinna, ottimista e paziente, e il precisissimo collega ingegnere, Prof. Emilio Turco, ha messo  a punto un sistema di regole che dovrebbe funzionare.
Quindi riapriamo fiduciosi l'autogestione. Spero per sempre. 
Una delle decisioni prese dalla Commissione è la "giornata ecologica" prevista per il 21 marzo (le date sono importanti), in cui faremo le "pulizie di primavera", liberandoci di tutto il ciarpame accumulato in questi anni e recuperando quel che si può: dalle 9 alle 19.
Sarà un buon test di quanto ci teniamo alla nostra comune "casa"; nello stesso giorno abbiamo Consiglio di Dipartimento, ma spero che anche noi del Consiglio, appena finiti i lavori, daremo una mano. 
Faremo poi un concorso di idee per alcune attrezzature necessarie per gestire meglio l'attività delle aule e per poter utilizzare le pertinenze dell'Asilo.
Io confido che riusciremo a organizzarci al meglio, dal basso e con il consenso, come è meglio, quando si può.
Come vedete, ci provo a essere ottimista.
In realtà abbiamo molte ragioni per esserlo.
Ma non possiamo dare il meglio di noi se non abbiamo condizioni materiali dignitose.
Ci tornerò. Alle persone della nostra comunità dico che non è mia intenzione mollare: ci dobbiamo provare, tutti insieme. Ma ...
Ma non posso accettare di essere l'esecutore testamentario.
Vogliamo vivere, non sopravvivere. Vogliamo restare ad Alghero, è evidente: se no, perché avremmo chiamato il nostro Dipartimento: Dipartimento di Architettura, Design, Urbanistica - Architettura ad Alghero? ma abbiamo bisogno delle condizioni minime.
Non insisto, voglio essere ottimista. 
Buona notte.
 

domenica 11 marzo 2012

Qualche chiarimento

Alcune precisazioni anche in risposta ad alcuni messaggi personali che ho avuto.

Ho detto più volte, e lo ribadisco, che ritengo un impegno etico imprescindibile rimettere il mandato dopo le elezioni degli studenti; più volte ho motivato il perché, ma mi pare ovvio che così debba essere.
La possibilità che io mi candidi per essere confermato o rieletto dipende dalla convinzione di poter assolvere gli impegni che ho preso, quelli che consentono di mantenere AAA a un alto livello di qualità.
Se riterrò possibile che questo avvenga riproporrò la mia candidatura, se no, no. Ovviamente il vostro parere sarà importante per la mia decisione, anche se vi confermo che - per come la vedo ora - sarei per il no.

Preciso che - oltre a tutte le altre numerose esigenze - vedo come imprescindibile un atto "politico-culturale" fatto dall'Ateneo che dichiari di considerare la sede di Alghero come sede decentrata, staccata, gemmata, distinta, o-come-dir-si-voglia, premessa indispensabile per riprendere l'iniziativa per accedere agli appositi finanziamenti regionali. Mi pare più imprescindibile di altre esigenze pur imprescindibili.

Alcuni colleghi hanno qualche timore che la pacata e argomentata esposizione delle mie idee su questo blog possa essere nociva o negativa: io penso di no, penso che dire quel che si pensa nel pieno rispetto delle persone, sia l'essenza della democrazia e della scelta collettiva; anche se quel che si pensa può essere controverso, va bene dirlo.

Voglio dire che io vedo un grande futuro per AAA, ci sono segnali molto convincenti che il nostro impegno nella didattica e nei rapporti con il territorio stia dando frutti sempre più maturi e copiosi e che il nostro impegno nella ricerca stia diventando più consapevole ed esteso : molti di voi sanno che io ritengo che compito dell'Università non sia solo quello di far ricerca (se no sarebbe il CNR o la sezione R&S di qualche ente o impresa), ma in primo luogo di impegnarsi in una didattica di qualità, che in quanto tale  non può che essere strettamente legata all'attività di ricerca (contrariamente ad altri colleghi, anche in posizioni importanti, io non credo che un sistema educativo possa funzionare separando research universities  e teaching universities); sapete anche che penso che il rapporto con il territorio al fine di favorire lo sviluppo locale e la crescita di "capitale" umano e sociale (scusatemi la semplificazione) sia un altro obiettivo necessario.
Credo che se AAA venisse messa nelle condizioni di lavorare normalmente potrebbe raggiungere risultati molto belli, interessanti e utili. Per questo scopo sono disponibile.
Ma ripeto non farò l'esecutore testamentario. Questo nessuno può chiedermelo.

sabato 10 marzo 2012

Non visitano più

Mi pare necessario fare un quadro chiaro della situazione e delle sue criticità per quanto riguarda il presente e il futuro del Dipartimento.
Fatemi partire dall'inizio della mia avventura.
Quando ho accettato la proposta di alcuni colleghi di volere essere candidato alla direzione del Dipartimento, ho scritto: "Non accetterei di fare l’esecutore fallimentare o di bordeggiare."
Subito dopo la mia elezione, che è avvenuta con voto unanime, ho detto che la consideravo provvisoria: infatti l'espressione in Consiglio della maggioranza della nostra comunità, gli studenti, non aveva potuto votare: tenete presente che si tratta del 15% dei componenti il consiglio, cioè di sette persone.
La loro elezione avverrà in aprile, credo, e subito dopo, qualunque cosa deciderà l'Ateneo, io rimetterò il mandato, rendendomi disponibile, ma solo se ne esisteranno le condizioni, per una conferma o una rielezione; ad oggi penso che quelle condizioni non ci saranno

Prima di entrare nel merito dei gravissimi e urgenti problemi che dobbiamo affrontare, lasciatemi fare delle considerazioni di merito.
Ho già avuto modo di dire quanto io abbia apprezzato il voto unanime del Consiglio, voglio ripetere che quel voto, così come la compattezza mostrata nelle elezioni per il Senato, rappresenta un patrimonio importantissimo che cercherò di difendere in ogni modo. Un patrimonio che le persone a me più lontane, come concezioni e stile, hanno contribuito con generosità e lungimiranza a creare.
Voglio ribadire anche che la questione della legittimità del mandato espresso senza il voto degli studenti non è una presa di posizione demagogica o populista: è l'unico modo per costruire - anche a livello istituzionale - una comunità coesa e con una comune visione.
Per cui, non appena saranno eletti gli studenti, sento come mio dovere rimettere il mandato.
Non so se mi ripresenterò; anzi in questo momento penso di no.

Mi scuso se sarò un po' noioso con i dettagli, ma sono necessari.
Quando ho deciso di provarci, ho detto che per poter essere meglio, bisogna anzitutto poter avere condizioni normali di lavoro.
Non pensavo alla normalizzazione della Cecoslovacchia dopo l'invasione del patto di Varsavia.
Pensavo che fosse necessario (che sia necessario) che il nostro Dipartimento, la nostra piccola e un po' gloriosa Facoltà di Architettura, potesse avere le condizioni minime per poter lavorare senza essere in condizioni di emergenza, come parte dell'Ateneo di Sassari e nel rispetto delle regole comuni dell'Ateneo.
Dopo la mia elezione ho avuto il contributo e l'impegno di molti di voi (che ringrazio) per affrontare le questioni più urgenti e quelle più strutturali.
Ma i passi in avanti sono seguiti da passi all'indietro e quindi, pur pedalando, la bicicletta resta ferma, e le questioni strutturali restano immutate.
Fatemi fare un censimento.

Gli spazi: sì c'è qualche passo in avanti, un'attenzione vera da parte dell'Ateneo sul problema, qualche possibile azione congiunturale per alleviare la situazione, ma gli interventi di manutenzione straordinaria urgenti sono ancora nebulosi e la certezza di poter occupare spazi al Santa Chiara (quali e quanti poi?) per l'inizio del prossimo anno accademico sfuma ogni giorno che passa; abbiamo poi problemi di arredi e attrezzature che non abbiamo neppure iniziato a porci. Ci sono rischi concreti che la situazione attuale possa durare per una parte consistente del prossimo anno accademico. Non parlo della situazione degli impianti di climatizzazione e neppure degli enormi sprechi energetici che supplire a questa situazione comporta.

Le persone: abbiamo ora sei persone, tutte di grande qualità: Caterina e Marco hanno vinto un concorso (per essere precisi a tempo determinato); quindi ora siamo in sei (per inciso due sole delle quali a tempo indeterminato; come sapete Franca aveva chiesto il trasferimento a Sassari per motivi personali, è stata "bloccata", ma - nonostante la sua generosità e il suo spirito di servizio e nonostante che moltissimi di noi le abbiano chiesto di restare per la stima e l'amicizia che abbiamo per lei- un suo trasferimento pare inevitabile).
Sei, di cui quattro a tempo determinato, sono meno della metà di quel che ci serve (a proposito il servizio di vigilanza all'Asilo scade a Giugno). Siamo del tutto sguarniti per quanto riguarda le reti e l'assistenza informatica, l'ufficio amministrativo, la segreteria didattica, la gestione del sito web e della piattaforma abcd, le attività extracurriculari, i servizi interni e le piccole manutenzioni: almeno sei persone di cui alcun molto esperte. Non parlo poi del personale eventualmente necessario per alcuni laboratori (quelli che una volta venivano chiamati tecnici laureati) che ci permetterebbe di consolidare attività "per conto terzi".

Le risorse finanziarie: qui vengo a quanto è avvenuto ieri, per spiegarmi meglio. La Regione ha tagliato i fondi per i visiting professor (non so se esattamente si sia trattato di un taglio complessivo e poi l'Ateneo l'abbia ripartito con suoi criteri: non abbiamo ancora un rappresentante in Senato e l'informazione  in Ateneo non sempre è molto trasparente); li ha tagliati in modo consistente: sicché per noi il taglio è stato brutale rispetto allo scorso anno: da 18 a 4 (o meglio a 3/4 di 4 vista la riduzione dei mesi) i long e da 30 a zero gli short. Faccio presente che i nostri visiting professor sono una componente fondamentale della nostra offerta formativa e ci venivano dati in numero copioso ed "eccessivo" per coprire in parte l'interruzione  dei finanziamenti regionali. Cosa implica questo fatto? Implica che circa 8 o 9 corsi risulteranno scoperti. Faccio presente che - a un primo calcolo - più o meno tutti siamo a pieno carico didattico; faccio presente che per il nostro modello formativo la presenza di Snozzi o Mias o Husler o Nel.lo, per citarne alcuni,  è di straordinaria importanza e - per me - irrinunciabile. Certo forse con qualche acrobazia possiamo forse mantenere l'offerta in piedi: ma - come vi ho detto - io non faccio l'esecutore testamentario.
Questo fatto mi offre lo spunto per delle considerazioni finanziarie. Faccio i conti in modo approssimato, ma realistico. Diciamo (e in realtà non è stato esattamente come dirò) che dalla Regione ci siano arrivati, sin quando sono arrivato un milione di euro all'anno. Come li abbiamo spesi è presto detto: i docenti a contratto, stranieri o italiani, ci costavano almeno 250 mila euro, i tutores un po' di più, il personale, quando ne avevamo zero strutturato circa altrettanto, manutenzioni, bollette, arredi, pulizie, attività culturali varie circa altrettanto. Non era esattamente così perché il contributo era mediamente meno e si suppliva con acrobazie a partire da progetti e con iniezioni di liquidità e servizi da (alcune) convenzioni e dallo spin-off. Acrobazie che, raschiando il fondo del barile, facendo man bassa dei visiting, riducendo drasticamente le attività, utilizzando i contributi una tantum dell'Ateneo, ci hanno permesso di tirare avanti per tre anni.  Non computo qui gli extra-costi determinati dalla distanza dalla sede centrale; faccio tre esempi: quando il personale che ha l'ufficio a Sassari deve venire ad Alghero per svolgere un'attività (a parte che recalcitra) viene con la macchina di servizio, mentre quando al nostro personale si chiede (con insospettata frequenza) di andare a Sassari sinora l'ha fatto a sue spese e con la sua macchina (oltre alle ore perse in viaggio); non abbiamo un servizio quotidiano di smistamento della posta con Sassari; il Centro Linguistico fa difficoltà per fare corsi di lingue ad Alghero per i nostri Erasmus, in ingresso e in uscita. Insomma, euro più euro meno, ci volevano circa un milione e cento, un milione e duecento, di cui la RAS copriva diciamo otto, novecento mila. Supponiamo che il personale venga portato al numero congruo, che la questione dei disagi operativi delle sede staccata venga risolta, che le manutenzioni vengano prese in carico dall'Ateneo: un conto di quel che ci serve è presto fatto, sono oltre mezzo milione (se non ci sono più i visiting) per contratti a docenti e tutores e circa duecentomila per altre attività e spese di gestione. Insomma i settecento mila che pensiamo possano ragionevolmente esserci erogati dalla Regione e che sono una somma modesta rapportata a quanto si spende per Nuoro, Oristano, Olbia.
Premessa di tutto questo è (sarebbe) che veniamo battezzati ufficialmente, in primis dall'Ateneo come sede decentrata, con tutte le conseguenze che ne derivano (anche dal punto di vista dei diritti e doveri dei lavoratori) e che di questo si faccia una questione di principio nella trattativa con la Regione.
Aggiungo che per arredi e attrezzature serve un consistente stanziamento una tantum e così è per gli interventi di manutenzione straordinaria. Aggiungo che la situazione di cronica carenza di personale in amministrazione rende difficile gestire al meglio le convenzioni e fare i conti con i vincoli e le prassi amministrative.

Voi direte (e avrete ragione di dirlo) c'è la crisi: ed è vero c'è la crisi; bisogna risparmiare: ed è vero bisogna risparmiare.
Ma io penso che quello che a noi serve per mantenere in vita un'esperienza che deve essere (e vogliamo che sia) normale nel funzionamento e straordinaria nella qualità, sia - rispetto ad altri investimenti - una somma ragionevole e sostenibile.
A una Facoltà di Agraria servono aziende agricole, senza non ha senso che esista; a una Facoltà di Architettura servono laboratori progettuali (qualunque sia il suo modello  formativo: da Copenaghen a Bamako): i laboratori hanno bisogno di spazi, di tutores, di professori invitati; gli studenti di Architettura hanno bisogno di viaggiare e di essere in un ambiente cosmopolita.
Servirebbe essere messi nella condizione di poter competere: poi se saremo bravi (e vogliamo esserlo) ci metteremo nella condizione di concorrere ai "premi".

Care colleghe e cari colleghi, care studentesse e cari studenti, avrei voluto parlarvi delle belle idee che abbiamo per celebrare i dieci anni di vita della Facoltà e delle importanti prospettiva che potremmo (avremmo potuto) avere, ma non mi è possibile: queste questioni pratiche sono così assillanti, inutilmente assillanti, che non solo mi tolgono il sonno, ma anche la voglia di progettare e la lucidità.
Il mio bravissimo vice-Direttore, che spero si stia già riscaldando in panchina, dice che dobbiamo essere ottimisti, che in Ateneo ci vogliono bene e che le cose si aggiusteranno man mano.
Ecco: io sono convinto che in Ateneo ci vogliono bene, ma non credo che noi e la direzione dell'Ateneo abbiamo la stessa percezione del cosa fare e del come farlo. Può darsi che abbiano ragione loro e che quindi io debba mettermi da parte.
Se la Regione Sardegna, il Comune di Alghero, l'Ateneo di Sassari non possono permettersi di avere una Facoltà di Architettura ad Alghero e nell'Ateneo di Sassari, non possono permettersi di avere una Scuola che vuole stare al passo con le più importanti scuole europee, decidano con trasparenza di chiuderla o di ridimensionarla.
Ma - voglio dirlo chiaro - non in mio nome e con il mio nome.

Per questo penso che ad Aprile non mi ricandiderò.
Scusate la letteressa. Buona domenica.

ABC


venerdì 9 marzo 2012

Su alcune questioni di Ateneo e sull'otto marzo

Intanto voglio spiegare perché non ho scritto questo blog ieri, cogliendo l'occasione per celebrare l'otto marzo.
Per due ragioni; un po' perché mi vergognavo della scarsa attenzione che in tutto l'anno il nostro Dipartimento e il nostro Ateneo prestano alla questione di genere; un po' perché è mia abitudine non fare auspici generici, ma prendere impegni concreti e non sapevo e non so che impegni prendere (ma magari presto potrò proporne uno).   

In questi giorni il Senato accademico e il Consiglio di amministrazione in scadenza hanno, un po' acrobaticamente, approvato l'istituzione di un nuovo corso di Laurea in Ingegneria dell'informazione (classe L-8).
Io ho espresso in una mail al Magnifico Rettore e alla pro-Rettore vicaria i miei dubbi, che ora ritengo opportuno rendere noti alla mia comunità. Preciso che, non essendo membro del vecchio Senato,  non ho potuto votare sulla proposta e che le uniche ragioni per cui ho manifestato le mie perplessità è che ero e sono perplesso: una buona ragione per dire di essere perplessi è che si sia perplessi davvero.
Vi giro alcune delle mie considerazioni inviate la sera prima della seduta:


Mi consentirete, a futura memoria, alcune considerazioni, di cui farete l'uso che riterrete opportuno.
Mi pare di capire che una Facoltà in cui vi è un solo docente (tra l'altro un giovane e brillante ricercatore che ha appena preso servizio) di materie caratterizzanti o di base decide di istituire un corso del tutto nuovo, che - a conti fatti - non so se abbia le coperture minime nemmeno a livello di Ateneo. {non le ha NdA}
Ora io mi chiedo qual è il progetto formativo dentro cui si inserisce questo corso? Quale sostenibilità in termini di requisiti ha nel tempo; o siamo solo noi gli unici imbecilli che non hanno mantenuto in vita un corso di laurea importante, quello di Design, perché non avevamo la sostenibilità negli anni successivi? E se la sostenibilità la garantirà l'Ateneo non sarebbe stato opportuno discutere anche quella di altri corsi di laurea, tra cui - ripeto - quello di Design che era già in essere e ben operava? C'è un progetto di Ateneo per coprire aree vuote? E - nel caso - con quali sbocchi per i laureati triennali? E perché ingegneria informatica ad esempio e non ingegneria biomedica, stessa classe di laurea, o ingegneria dell'ambiente e del territorio (possiamo istituirla, magari con un solo docente, facendo ricorso alle risorse di Ateneo?). Come vedete io non penso che non vada bene istituire nuovi corsi e coprire nuove aree, ma mi chiedo con quale visione e prospettiva? 
Potete anche non rispondermi e non importa. Potete anche non considerare le mie perplessità. 
Ma almeno se un giorno avremo problemi, potrò dire che io l'avevo detto.  

Io credo che sia utile e importante che l'Ateneo rifletta, di concerto con i Dipartimenti, sul complesso della sua offerta formativa, curriculare e no; anzi  penso che sarebbe stato bene farlo contestualmente alla costituzione dei Dipartimenti. 
Non ho nulla contro Ingegneria informatica, ma penso che se vogliamo istituire nuovi corsi, per i quali dovranno essere investite risorse per il reclutamento nei settori necessari (quindi "nuovi", non ancora coperti) e per i quali potrebbero trovarsi sguarniti altri corsi di laurea, dovremmo farlo avendo una visione complessiva, pensare a un sistema, ragionare su una sostenibilità pluriennale, capire quali sbocchi possono avere i nostri  studenti.
E qui ripropongo, senza acrobazie e nel dibattito pubblico, la mia convinzione che un corso di Designa serva e possa essere importante; mi impegno e mi impegnerò a portare la questione della sua attivazione in tutte le sedi.

ABC

P.S.
Molti amici e colleghi mi dicono che non si fa così: che non è opportuno  dire quel che si pensa in modo esplicito, ma io così so fare e penso che sia giusto fare. 
Mi stupiscono a volte le argomentazioni di cui la più simpatica è quella che rimanda a una storiella ebraica ripresa da Freud:“Due amici si incontrano in treno, in una stazione della Galizia. ‘Dove vai?’ domanda il primo. ‘A Cracovia’, risponde l’altro. ‘Guarda che bugiardo’ brontola il primo. ‘Se dici che vai a Cracovia, vuoi farmi credere che vai a Leopoli. Ma io so che vai proprio a Cracovia. Perché menti dunque?

lunedì 5 marzo 2012

Notizie

Una buona: oggi riprende la possibilità di apertura serale e festiva in autogestione; c'è un regolamento che spero di pubblicare più tardi, un periodo di prova sino al 21 marzo prima del varo definitivo, l'impegno per una "giornata ecologica" di pulizie di primavera che rimetta a posto le cose in tutte le aule e nei corridoi, una rivisitazione del contratto con l'impresa di pulizie che assicuri un migliore servizio, la messa in cantiere dei piccoli interventi di manutenzione richiesti; vedremo come andrà, ma intanto ci proviamo.
Mi spiace che non abbiamo messo cartelli con le nuove regole dappertutto, ma rimedieremo.
Diverse meno buone: i tempi per gli interventi di manutenzione straordinaria (il riscaldamento all'Asilo è ripartito dopo due giorni di fermo, ma durerà?)  e per il trasferimento provvisorio di due classi al Liceo artistico e per la riassegnazione degli spazi di lavoro non sembrano essere sicuri, così come quelli per la conclusione dei lavori dell'ex-ospedale; siamo sempre in un deficit clamoroso di personale che ritarda la data di riapertura del bilancio e la rimessa in sesto delle reti e del servizio abcd e della comunicazione.
Mi sa che andiamo troppo piano.
Vorrei avere tempo di dedicarmi a programmare l'attività didattica del prossimo anno e avviare le attività culturali per il decennale, ma ancora non lo trovo.
Proviamo ad andare avanti. Proviamo.

sabato 3 marzo 2012

Elezioni e Giunta

Un secondo piccolo record. Non solo il Dipartimento ha espresso l'unica donna tra i docenti in Consiglio, ma anche la persona più giovane. Non è la fotografia del nostro presente, ma un auspicio per il nostro futuro.
Se ripercorrete i post, vedrete che abbiamo, con chiarezza e in modo pubblico l'obiettivo di essere rappresentati e di esserlo preferibilmente con un docente di seconda fascia. Dire quel che si fa e fare quel che si dice.
Ieri, due marzo, si è riunita la nuova Giunta di Dipartimento. Pubblicheremo a breve il resoconto.
I temi trattati sono:
Priorità per le domande di visiting professor (da comunicare in Ateneo): dettagli a parte, abbiamo messo in prima priorità le domande per coprire incarichi di docenza; daremo poi al nostro rappresentante nella Commissione Prof. Pinna le indicazioni più precise.
Spazi. Il Prof. Minchilli ci farà pervenire quanto prima le planimetrie con le proposte di distribuzione degli uffici, che sono state ispirate a principi di equità, ma che possono essere migliorate; con le planimetrie riceverete le istruzioni per proposte e suggerimenti.
Apertura autogestita della sede. C'è un nuovo regolamento e ci sarà una fase sperimentale da lunedì 5 sino al 21 marzo, data in cui il Consiglio prenderà una decisione definitiva. Ringrazio i colleghi Pinna e Turco e tutti gli studenti che hanno partecipato alla commissione per l'impegno e l'intelligente voglia di trovare soluzioni.

Buon fine settimana.

ABC

giovedì 1 marzo 2012

Elezioni

Con grandissima soddisfazione, vi comunico che la nostra candidata al Senato accademico nella fascia degli Associati, Margherita Solci è stata eletta, arrivando al primo posto con 62 voti. Un grande risultato. Mi congratulo con Margherita, che ringrazio per la disponibilità e per il coraggio, e con Giovanni Azzena che ha gestito le complesse fasi elettorali con perizia , senza dimenticare Ivan Blecic che, con la consueta generosità, si è reso disponibile per garantire con la sua presenza che il nostro Dipartimento fosse comunque rappresentato. Una grande prova di unità e di coerenza.
La mia soddisfazione è ancora maggiore perché l'unica rappresentante femminile tra i docenti (un'altra è stata eletta dal personale tecnico-amministrativa) è del nostro Dipartimento.
Abbiamo oggi eletto anche la Giunta di Dipartimento. Sono stati eletti i sei componenti dei docenti: Maurizio Minchilli e Baingio Pinna tra gli ordinari, Giovanni Azzena e Nicolò Ceccarelli tra gli associati, Andrea Causin e Giuseppe Andrea Trunfio tra i ricercatori.
Ai colleghi eletti le mie congratulazioni: saranno preziosi per la gestione del Dipartimento.
Ad essi si aggiunge la rappresentante degli assegnisti Valentina Talu e si aggiungerà a breve un rappresentante degli studenti (nel frattempo un delegato dei vecchi rappresentanti può essere presente alle riunioni).
La Giunta si riunirà domani mattina alle11.