lunedì 29 ottobre 2012

Un post piccolo piccolo ...

Mentre a Roma si discute ..
Oggi abbiamo chiuso due importanti accordi-quadro.
Con il consorzio di cooperative Coopera.
Con il Comune di Nuoro.
Non sono grandi notizie, ma sono notizie.
Mi scuso, ma sono molto stanco e non riesco a scrivere di più.

domenica 28 ottobre 2012

Qualche numero (non tutti)

Vediamo.

Quante persone?
Circa 550 nei vari corsi di laurea (quasi tutti frequentanti, quasi tutti hanno un appartamento ad Alghero). Più oltre 60 studenti stranieri in Erasmus. Più 30 tra dottorandi e assegnisti. Più 36 docenti (cui si aggiungono i 16 che hanno chiesto di "afferire" ad AAA, ma che conserveranno la loro attività prevalente a Sassari), più oltre 10 del personale tecnico-amministrativo, più oltre 30 tra docenti a contratto e collaboratori alla didattica, più circa 60 iscritti ai Master. Un bel numero nevvero?

Quali spazi?
Allo stato tra Asilo, Pou Salit e qualche lacerto alla Caserma, siamo a poco più 1500 metri quadri, tutto incluso.
Gioverà sapere che - a quanto mi dicono - gli standard europei sono di 20 mq onnicomprensivi per studente e quelli italiani 12,5 (e  quelli di Architettura hanno bisogno di più spazio della media).
Sulle condizioni degli spazi già ho scritto.
Le aule della stecca (l'ex-ospedale) del Santa Chiara, le uniche con un'assegnazione certa sono circa 1.000 mq.

Che indotto economico?
Forniremo qualche valutazione, ma un po' di conti potete ipotizzarli voi stessi.

Quali prospettive?
Credo che si debba essere realistici e ragionare sulle prospettive concrete, non quelle fantasiose e improbabili di chissà quali "poli universitari".
Attualmente abbiamo due corsi completi (3+2), Architettura e Urbanistica cioè 10 classi. Vuol dire 500 studenti. Ad Alghero è ragionevole mantenere questi; caso mai - se ci sarà un investimento strategico di Regione, Atenei sardi e altri Dipartimenti - si potrebbe pensare in un futuro radioso a due o tre altre magistrali congiunte (Architettura del Paesaggio, Design, Ingegneria del Paesaggio), diciamo altri 100 studenti. Poi si possono ipotizzare due Master (altri 50). E una scuola di dottorato (20).
Per questo servono spazi adeguati, personale adeguato, finanziamenti adeguati, servizi adeguati (ad esempio affrontare, non necessariamente con una casa dello studente, certamente non costruendone una nuova, la questione degli alloggi; per capirci a me l'idea di una "casa dello studente diffusa" con magari un piccolo residence, non dispiace). 

Aggiungo: oltre 20 accordi internazionali (di cui con 7 Università per Corsi di laurea o Master congiunti), 55 accordi Erasmus, 44 Erasmus placement, 150 per tirocini (di cui 60 all'estero).
Aggiungo: ottimi risultati nella classifica CENSIS; le classifiche sono quel che sono, ma essere ai vertici per quattro anni consecutivi, sin dalla prima comparsa in classifica e avere un tripla A, qual cosa vuol dire.

Mantenere un'offerta formativa di questo genere in una sede staccata ha un costo aggiuntivo, mantenerla con la qualità necessaria ha un costo aggiuntivo.
In realtà non si tratta di molti soldi: AAA ha una buona capacità di attrarre risorse, per convenzioni e attività di ricerca.
Quanti? Diciamo meno della metà di quel che ha Oristano, ad esempio (per citare una sede che sicuramente fa un buon lavoro).

Cosa possiamo dare? Una collaborazione e una consulenza costanti e qualificate alle amministrazioni locali di tutto il nord Sardegna - e oltre - per tutto quel che riguarda la progettazione, la pianificazione e le politiche territoriali e la formazione, un rapporto stretto e un aiuto a tutte le istituzioni educative e culturali. E tanto altro.

Per finire ripeto quel che dico spesso: non è obbligatorio avere una Scuola di Architettura di qualità ad Alghero. Si tratta di una scelta, una scelta che ha dei costi e dei benefici. A noi sembra che - anche da un punto di vista economico - i benefici superino in costi. Ma possiamo sbagliarci.

Quindi nessun ultimatum (ci mancherebbe!), ma solo la verifica delle volontà e delle possibilità.
Vi prego lasciatemi giocare: noi auguriamo a tutti il massimo successo, ma ci dispiacerebbe davvero essere vittima di qualche forma di "aticofilia" (quella cosa che i Tedeschi chiamano Schadenfreude).





sabato 27 ottobre 2012

In attesa dei numeri ...

Non temete li darò i numeri: le persone, gli spazi, i risultati.

Oggi vi devo una spiegazione.
Si potrebbe chiedere: "perché se piove dentro al Pou Salit (e vi lascio immaginare cosa sta succedendo ora) e se il riscaldamento non funziona in nessuna sede, non  mettete le cose a posto voi dell'università (Ateneo o Dipartimento) o non le mette a posto il proprietario degli immobili?"
Il perché sta nel fatto che detti immobili sono a carico della società consortile tra Comune e Università: una società che ci ha messo qualche anno a nascere e che è nata senza fondi e con scarsa operatività.
Nella cessione degli immobili alla società consortile non è mai stato concretamente chiaro quale fosse la vera ripartizione delle spese tra i soggetti: in realtà funzionava "un po' così":  le spese di gestione le copriva l'Università, la manutenzione ordinaria "dipende" (era questione di buona volontà e dei buoni uffici e della generosa disponibilità ad attivarsi del Presidente: quindi spesso interveniva la società in house), la manutenzione straordinaria nessuno (salvo in casi di emergenza assoluta in cui in qualche modo le "vittime" erano costrette a intervenire, tamponando).
Va da sé che con il tempo la manutenzione straordinaria di immobili non recenti e con un forte uso è decisiva.
Specie quando gli impianti non funzionavano neppure all'inizio.
Quindi per anno abbiamo provveduto a riscaldamento e condizionamento con mezzi del tutto impropri, ambientalmente ed economicamente dispendiosi e inefficienti; con risultati inaccettabili.

Ora la società consortile è di fatto sciolta ed è ancora peggio: l'Università non  ha più titolo e diritto di intervenire.
Nel frattempo si discute molto (immagino) del futuro, nei posti giusti e tra chi ha titolo di decidere.
Come si dice che abbia scritto Tito Livio (ma è una parafrasi efficace): Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur (Mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata).
Avere il riscaldamento non è un lusso, ma un dovere (i colleghi mi parlano del Dlgs 81/2008).
Si potrebbe forse fare un accordo provvisorio Comune - Università che consenta di intervenire sulle questioni più urgenti?

Poi si può pensare a interventi più in profondità, tesi alla riqualificazione, al risanamento, al  risparmio e all'efficienza energetica, alla valorizzazione delle pertinenze. Se si vuole, noi siamo qua disponibili, a titolo gratuito, a dare una mano al Comune a progettare e a partecipare a bandi. Lo ripetiamo.
Avevamo detto, quasi tre mesi fa, che eravamo disposti a fare dei progetti e degli studi di fattibilità (gratuiti) sulle possibili destinazioni di importanti attività comunali. Siamo disposti, lo ripetiamo.

Ad esempio abbiamo già lavorato a una prima mappatura degli spazi educativi di Alghero e dei loro problemi di tipo "energetico": per il l PAES (Piano di Azione per l'Energia Sostenibile)  ci rendiamo disponibili a dare una mano, regalando tutti gli studi e le ricerche che abbiamo fatto (quelli del progetto Case Mediterranee dovrebbero essere già nelle disponibilità dell'Amministrazione) e mettendo a disposizione le competenze presenti ad AAA.



venerdì 26 ottobre 2012

Per dare l'idea.


Le foto allegate (ma ne posterò di migliori) ci mostrano da un'altra angolatura quali sono i nostri problemi. Oggi abbiamo avuto la discussione delle Lauree in Urbanistica: come e più di sempre c'erano molte persone ad assistere, familiari e amici. Durante la discussione il pubblico si alterna, ma per la proclamazione tutti vogliono essere dentro l'aula. Che succede dunque? Che anche scegliendo quella più spaziosa che - con molto ottimismo e buona volontà - tiene 70 persone, le 150 /180 persone presenti non ci stanno, anche accalcandosi sino all'inverosimile. Un'altra brutta figura, un'altra mancata buona accoglienza. 
Certo potremmo contingentare, ma non vogliamo farlo. Se qualcuno me lo chiedo, spiego perché.
Ci servirebbe, ci serve un'aula magna. 
Chiudo qui questo post. Domani vi parlerò del problema del riscaldamento, che ho cominciato a sollevare in agosto; o del fatto che al Pou Salit piove dentro da un lucernario (vero è che quando non piove non piove neanche dentro). E spiegherò le ragioni per cui nessuno interviene (può intervenire!?). A ogni giorno la sua pena. 
Oggi intanto faccio i miei migliori auguri alle dodici persone, tra ragazze e ragazzi, che hanno preso la loro aula triennale.










giovedì 25 ottobre 2012

In movimento!

Qualche ora fa ho incontrato i rappresentanti degli studenti.
Non c'era un clima di gioia, non c'era un clima di speranza, ma non c'era un clima di rassegnazione.
Abbiamo parlato di spazi, di risorse finanziarie, di servizi.
Abbiamo riso quando abbiamo rievocato la famosa proporzione che sta alla base della nostra esclusione dai finanziamento per le sedi gemmate: Alghero sta a Sassari come Monserrato sta a Cagliari.
I nostri sono studenti sono in media bravi, ma non ci voleva di essere troppo bravi per sghignazzare un po'.
Di qui al 16 gennaio, data del Consiglio di Dipartimento che verificherà se ci sono le condizioni per restare ad Alghero, ci daremo tutti da fare. Le nostre studentesse e i nostri studenti in primo luogo.
Con noi hanno imparato molte cose: non sempre siamo d'accordo, ma noi li consideriamo interlocutori fondamentali del nostro progetto, non utenti o clienti; una delle cose che hanno imparato è che hanno diritto di parola, di interlocuzione, di protesta, di proposta. Non c'è qualcuno che studia, analizza, valuta e decide per loro, ma la loro voce è fondamentale per scegliere; se qualcuno di loro mi ha ascoltato in una mia lezione ricorderà quando ho parlato della parresia, del parlar franco; un diritto, ma molto di più un dovere delle persone libere, uno dei fondamenti della libertà e della democrazia.
Il bello è che da noi ad AAA il parlar franco è considerato un valore.
Come consideriamo un valore l'assunzione di responsabilità.
Il che vuol dire che ne sentiremo e vedremo delle belle.

Aggiungo una nota e un ringraziamento. Ho posto alle ragazze e ai ragazzi, che già vivono in spazi angusti e con un calendario molto serrato (forse non tutti sanno che molti di loro a fine giugno sono in difficoltà perché devono lasciare gli appartamenti), la questione se potevamo far slittare le lezioni per ospitare, occupando un terzo del nostro spazio vitale, gli esami di stato. Mi hanno detto: parliamone, non vorremmo che i nostri colleghi perdessero questa opportunità. Li ringrazio per la loro disponibilità che mi impegno a non scambiare per pazienza o rassegnazione. So che non è così e penso (e spero) che ce ne accorgeremo.

mercoledì 24 ottobre 2012

Il trasferimento a Sassari è una possibilità concreta.


Il Consiglio di Dipartimento di Architettura ad Alghero, esprime la sua preoccupazione per il perdurare dei gravi problemi relativi: 
agli spazi, insufficienti, inadeguati, impropri in cui si svolge l’attività didattica, di ricerca, amministrativa; si sottolinea che gli spazi disponibili hanno problemi urgenti di manutenzione e di funzionamento degli impianti di riscaldamento;
ai finanziamenti, diretti e  indiretti, che sono molto al di sotto delle necessità di una sede distaccata e di un progetto formativo complesso e moderno: 
al personale in servizio, inferiore alle necessità minime di gestione dei servizi amministrativi e didattici; un’ulteriore preoccupazione è data dal fatto che gran parte del personale in servizio è di persone con contratti a tempo determinato, pur svolgendo esse attività ordinarie (si richiama qui l’articolo 6 dello Statuto di Ateneo).

Questi e altri problemi ci costringono a interrogarci sull'esistenza delle condizioni per mantenere la presenza del Dipartimento in una sede distaccata e a verificare se esiste la possibilità di una collocazione a Sassari.

Allo scopo nomina una Commissione composta dai colleghi Alessandra Casu, Maurizio Minchilli, Emilio Turco, con l’impegno a riferire al Consiglio del 15 Gennaio, data nella quale Il Consiglio prenderà, sulla base dello studio di fattibilità, una decisione definitiva  da sottoporre agli organi dell’Ateneo.

Con l’auspicio che in questi mesi vi sia la possibilità di risolvere positivamente i problemi, permettendo ad Architettura ad Alghero di conservare il suo nome, ringraziamo tutti coloro, a partire dal Magnifico Rettore e dal Direttore generale, dall'attuale Sindaco di Alghero e dai precedenti Sindaci, dai Consiglieri Regionali, dalla Presidente della Commissione Istruzione, dal Dirigente scolastico dei Licei algheresi, dall'ex Presidente della Società consortile, per finire alle centinaia di persone che ci sono state e ci sono vicine, per quanto hanno potuto fare per noi.    


Questa è la mozione che abbiamo votato nel Consiglio di oggi pomeriggio.
Abbiamo avuto un importante incontro con il magnifico Rettore che ci conferma l'impegno dell'Ateneo sia in relazione al nostro status di sede "non suburbana" sia in relazione all'assunzione delle responsabilità necessarie per la manutenzione e la gestione delle sedi; ma che capisce anche le ragioni di un possibile trasferimento da Alghero.
In  mattinata abbiamo incontrato il dirigente Colledanchise: andiamo davvero d'accordo e lavoreremo per organizzare insieme attività didattiche e di orientamento,

Una giornata difficile e interlocutoria. Studieremo il da farsi.
  

martedì 23 ottobre 2012

Vari incontri. Qualche speranza, qualche preoccupazione.

Non abbiamo chiuso il giro degli incontri. Domani mattina vedrò il collega Colledanchise, Dirigente dei Licei algheresi.
Mi ha inviato un messaggio su Facebook che ho apprezzato moltissimo, generoso e disponibile.
Nel pomeriggio abbiamo il Consiglio di Dipartimento, la sera un incontro con il Rettore e il Direttore generale. Giovedì una riunione con i rappresentanti degli studenti
Faccio un breve riassunto degli incontri e alcune considerazioni.
Lunedì mattina incontro con la Presidente della Commissione consiliare, Natacha Lampis: dice tutto il comunicato che lei ha scritto e che allego. Spero che l'incontro con la Commissione che abbiamo insieme auspicato avvenga presto.
Nel pomeriggio ho visto quattro onorevoli regionali, i tre algheresi: Mario Bruno, Carlo Sechi e Pietro Fois e uno del territorio (da sempre amico di AAA) Franco Cuccureddu. Anche questa è stata una discussione lunga e approfondita, eravamo d'accordo tutti sull'insieme delle questioni, in particolare sull'opportunità che vi sia uno sforzo collettivo per riuscire ad avere - nella forma tecnicamente più efficace - il riconoscimento di un finanziamento regionale specifico per AAA, in quanto sede "non suburbana". Ci risentiremo, coinvolgendo anche altri consiglieri della provincia e altri attori.
Infatti con gli onorevoli presenti abbiamo convenuto (e così è stato in tutti gli incontri) che ci sono quattro attori principali per dare una risposta alla domanda: è utile un Dipartimento di Architettura ad Alghero? E alla domanda: è possibile un un Dipartimento di Architettura ad Alghero?
Forse sarebbe utile coinvolgere anche la Provincia. In altri contesti territoriali anche imprenditori e mondo della finanza potrebbero essere attori importanti. Quindi possiamo provare a trovarne altri, di attori, ma intanto questi quattro sono quelli di base: Ateneo, Regione, Comune e Dipartimento. Se ciascuno potesse fare sino in fondo la sua parte e se trovassimo una comune visione, potremmo farcela.
In sostanza anche questo incontro è stato molto positivo.
Oggi abbiamo incontrato, in una riunione molto approfondita e seria, il Sindaco, Stefano Lubrano, e quattro Assessori: Alma Cardi, Massimo Canu, Pietro Monte, Gianpaola Scanu.
Abbiamo parlato di tutto, dalle emergenze quotidiane, alle criticità logistiche, ai rapporti istituzionali, agli spazi, alle forma di gestione e di assegnazione, alla localizzazione di attività.
Tutti gli amministratori presenti hanno confermato che per la città di Alghero la presenza di AAA è molto importante.
Abbiamo convenuto sul fatto che gli attori sono appunto quattro (io ho ribadito che noi siamo orgogliosi di essere parte dell'Università di Sassari, ma che è il Dipartimento a conoscere la situazione e le esigenze per la sua permanenza ad Alghero: infatti siamo il solo Dipartimento della Sardegna a essere in una sede staccata) e che bisogna trovare un  accordo tra tutti.
Gli amministratori hanno detto che stanno alacremente lavorando a istruire le complesse questioni che sono implicate nelle scelte che l'Amministrazione deve fare e che una seduta della Giunta (di quelle definite "strategiche") sarà destinata, il 30 Ottobre, al tema dell'Università ad Alghero.

Abbiamo ringraziato tutti i nostri interlocutori di questi due giorni,  per l'attenzione e il sostegno, a ognuno abbiamo regalato la maglietta e la borsa di tela con il nostro logo Architettura ad Alghero.


Le mie considerazioni sono che non ci sono troppe probabilità che le condizioni necessarie perché si mantenga un Dipartimento di Architettura ad Alghero si verifichino tutte; sono parecchie e complesse e richiedono tempo. Ma tempo ce ne è molto poco. Speriamo e lavoriamo perché si possa restare, ma cominciamo a pensare alla possibilità di trovare una collocazione a Sassari (o ad Olbia? o a Oristano?).
Questo proporrò domani al Consiglio di Dipartimento: di nominare una commissione per valutare le alternative possibili, rinviando la decisione finale da proporre all'Ateneo al Consiglio del 16 Gennaio.

P.S.
Per diverse ragioni, non me la sento di interrompere il mio blog. Anche se il fatto che da molti sia giudicato inopportuno, mi dà da pensare. Magari mi piacerebbe discuterne, con serenità. In un prossimo post proverò a chiedervi un parere.



Comunicato di Natacha Lampis
Stamattina, in qualità di Presidente della Commissione Cultura, Istruzione e Politiche sociali, ho incontrato una delegazione della Facoltà di Architettura.
L’appuntamento è nato da un invito rivoltomi dal Direttore del Dipartimento, il Prof. Arnaldo Cecchini,  il quale ha voluto, tramite me come rappresentante, parlare con il Consiglio Comunale per presentare la situazione complicata che la Facoltà di Architettura sta vivendo.
Con parole garbate e misurate la delegazione della Facoltà mi ha spiegato le questioni che destano maggiore preoccupazione.
La prima questione, forse la più chiara ad un numero maggiore di cittadini algheresi, è la quella degli spazi. Ormai da diversi mesi l’attività didattica dei circa cinquecento studenti che studiano presso Architettura si svolge in modo difficoltoso e non adeguato alle necessità. Il commissario si era impegnato con Architettura a risolvere la questione delle aule didattiche entro l’anno. Ma così, continuando di questo passo, non avverrà. Questo perché la gestione e l’organizzazione degli spazi del complesso di Santa Chiara, che erano stati individuati come soluzione, appaiono ancora un po’ incerte a causa di alcuni aspetti che non sono ancora stati definiti con la necessaria chiarezza.  Ad esempio, la biblioteca che era stata pensata e progettata per essere biblioteca della Facoltà ma accessibile e disponibile anche per l’intera città, con una formula di condivisione tra l’Università e il Comune, non ha ancora visto la costituzione della commissione che dovrà occuparsi di definirne la gestione in comune; altra cosa, l’aula magna – irrinunciabile per qualsiasi università – è ancora oggi bloccata dal progetto, che si è sovrapposto sullo stesso spazio,  dell’archivio storico; e ancora, i criteri e le modalità di manutenzione degli edifici non sono stati ancora discussi e stabiliti. Si tratta di fatti importanti che stanno pregiudicando già da tempo una piena operatività didattica dell’università, a scapito soprattutto degli studenti e delle loro famiglie, e per i quali è legittimo chiedere all’amministrazione di trovare una soluzione. Mediando, negoziando, se necessario; entrambe le parti, sia Architettura che il Comune. Ma avendo chiaro un obiettivo condiviso, per il bene di entrambi: tenere Architettura ad Alghero.
La seconda questione è quella delle ridotte risorse economiche a causa del fatto che la Facoltà di Architettura è stata esclusa negli ultimi anni dai fondi per le sedi staccate. Questo ha gravemente intaccato la sua possibilità di operare così come si potrebbe sul piano didattico, su quello della ricerca ma anche su quello più pratico della gestione e della manutenzione degli edifici nei quali l’università esercita  la sua attività. Su questo punto penso che i consiglieri regionali, avendo a fianco un’amministrazione convinta e determinata, debbano fare una battaglia in Regione, una battaglia per i diritti della nostra città, una battaglia di tutti i cittadini; perché l’università pubblica – così come la scuola pubblica – è un bene comune che va difeso e tutelato. 
La terza questione riguarda il ruolo della Facoltà nella nostra città e la possibilità che tra Architettura e il nostro Comune si possa creare una collaborazione più viva e efficace.  Rispetto a  questo punto io propendo per il buon senso, condito con un bel pizzico di sano opportunismo.  Intendo dire che se in città c’è chi ha tutto l’armamentario – risorse umane, strumenti, progetti, relazioni umane, ricerche - per ragionare su alcuni specifici temi, perché mai la città non dovrebbe avvantaggiarsene? Cerchiamo di capire bene cosa la Facoltà ci può offrire, disturbiamola di più, mettiamola maggiormente al servizio della città. Si chiama scambio, si chiama sinergia, si chiama cooperazione tra istituzioni; ma si chiama anche strategia per la crescita e lo sviluppo.
Come avete potuto leggere le mie sono considerazioni semplici. Ad esse voglio aggiungere solo qualche altro elemento ancora, prima di chiudere. Io penso che avere ad Alghero una facoltà universitaria sia una grande opportunità. Lo è prima di tutto da un punto di vista culturale perché significa nutrire il pensiero, arricchire lo sguardo sulle cose, entrare in contatto diretto con le idee che circolano nel mondo intorno a noi, al di fuori della nostra straordinaria ma piccola realtà cittadina. Lo è in termini sociali perché la cultura è il miglior collante per una comunità, aiuta a pensarsi “in grande”, a non svilirsi e a non svalutarsi. E lo è anche da un punto di vista economico perché la cultura è un motore formidabile di sviluppo nel momento in cui essa si trasforma in progettualità; e non solo questo: è strumento economico – bisogna dirlo per completezza di ragionamento anche se è forse un po’ volgare rispetto alle considerazioni che ho fatto precedentemente – anche nei termini di danari che una qualsiasi facoltà universitaria lascia alla città che la accoglie attraverso gli studenti che vivono nelle sue case, spendono nei suoi negozi e nelle sue librerie, o si intrattengono nei suoi locali alla sera.
La delegazione della Facoltà di Architettura mi ha chiesto di poter incontrare la commissione nella sua interezza, appena possibile. Penso che sia una cosa importante da fare. Nei prossimi giorni chiederò quindi la disponibilità dei componenti.  Credo sia giusto che ogni singolo membro possa ricevere in modo completo e dettagliato tutte le informazioni  per farsi un’idea propria e personale. Io la mia me la son già fatta.

 

lunedì 22 ottobre 2012

Una giornata importante

Rimando a domani le informazioni sugli incontri; così parlo di tutti insieme.
Ma voglio ringraziare Natacha Lampis e gli onorevoli Bruno, Cuccureddu, Fois e Sechi per aver accettato di venirci a trovare e per averci ascoltato a lungo, aiutato a capire, espresso sostegno. Abbiamo con piacere offerto loro una maglietta e una borsina di AAA.

Oggi parlerò di una piccola cosa. Di un'iniziativa che un nostro collega "precario" porta avanti con pochi altri, nello spirito delle economie del dono e della reciprocità che sono così importanti per tenere insieme le società e le comunità.
Parlo del ciclotrofio, una bella idea del collega Vinicio Bonometto.
Una piccola idea che funziona, mentre funziona meno bene la nostra Banca del tempo, che pure era partita bene, ed è una bella idea del collega Ivan Blecic, e che dovremo rilanciare.
Se non avremo attenzione al fatto che la dimensione dell'utile, specie dell'utile monetario, non è quella più importante, se ridurremo tutto a crediti, l'Università come luogo della formazione al sapere e alla responsabilità sociale non esisterà più e il dominio del mercato sarà pieno, incontrollabile e devastante.
Fortunatamente ci sono un sacco di cose che non si comprano e non si vendono.

domenica 21 ottobre 2012

Cose di cui parlare

Una premessa. Io sono molto contrario all'endogamia.
Come sanno i miei amici sono molto Zelig, mi identifico immediatamente con la comunità cui appartengo.
Ma mi piacciono le identità multiple.
Perché scrivo questo?
Perché non credo che il Comune di Alghero debba necessariamente "utilizzare" il Dipartimento che sta ad Alghero o l'Università che sta a Sassari per tutti o gran parte degli studi, delle ricerche, delle consulenze, delle attività di formazione che servono e che è bene siano presidiati da istituzioni o società di alta qualificazione scientifica e culturale. Non deve essere necessariamente così.
D'altro alto sarebbe "strano" che un Comune ignorasse quel che si fa in un Dipartimento (di Architettura, Urbanistica e Design) che vive nel suo territorio da dieci anni e che dell'attenzione al mondo a alla propria terra (entrambe le cose, sempre) ha fatto una delle ragioni di essere e che riconosce tra i suoi doveri, al pari della didattica e della ricerca, la responsabilità sociale verso il territorio.

Io penso, ma è un'opinione che si potrebbe discutere che si potrebbe definire un accordo - quadro tra AAA (e i suoi numerosi partner) e la città di Alghero.
A partire  dalle moltissime attività che, con accordi con le istituzioni, in modo formale,  in collaborazione con altri soggetti o da soli, o in modo informale, AAA ha svolto in Alghero in questi anni, ricevendo incarichi o producendo consulenze, studi di fattibilità, corsi di formazione, cooperazione in progetti europei e regionali, cooperazione per progetti europei e regionali, accordi con le scuole di ogni ordine e grado, mostre, seminari, workshop, laboratori, attività didattiche varie (dai Master internazionali, agli Erasmus IP, ai laboratori progettuali delle lauree magistrali e triennali), progetti, concorsi, conferenze, Tesi di laurea e di dottorato; tutte attività che hanno prodotto un'imponente mole di materiale che è - ovviamente - nella piena disponibilità della città.

Come dicevo un accordo con AAA non sarebbe solo con AAA, ma con i molti Dipartimenti, le molte Facoltà e i molti centri di ricerca con cui abbiamo rapporti ufficiali, a partire da quelli con cui abbiamo corsi in comune (in Catalogna, in Portogallo, in Francia, in Germania, in Cina).

A scanso di equivoci: questo accordo non servirebbe per finanziare AAA, anzi potrebbe essere a titolo gratuito, lasciando ad apposite convenzioni l'eventuale definizione di attività retribuite. Da parte nostra ci impegniamo alla massima trasparenza nel rendere pubblico l'uso di queste eventuali risorse, che - come quasi sempre facciamo - destineremo - quasi interamente - a borse di studio e assegni di ricerca.

Do un elenco disordinatissimo  e incompleto dei temi su cui abbiamo lavorato e su cui potremmo dare una mano.
Spazi aperti e spazi per l'educazione
Ristrutturazione e riqualificazione
Risparmio energetico 
Biblioteca di tipo nuovo 
Mostre
Inserimento lavorativo (di persone svantaggiate)
Sostegno alla ricerca e alla creazione di lavoro (per laureati)
Spazi della Salute
Progetti per il Calich, Maria Pia, Borgate, Sant’Agostino, Lido
Idee per il PUC
Mobilità
Proposte per l'Architetto di quartiere
Osservatorio sul turismo
Scuole di ogni ordine e grado // formazione
Scuole di ogni ordine e grado // spazi
Scuole di ogni ordine e grado // pertinenze
Partecipazione
Qualità della vita
Design della comunicazione
Acque
Paesaggio
Parco
Nuovi materiali
Internazionalizzazione
Banca del tempo
Riuso e riciclo // ciclotrofio

Ma ce ne sono molti altri (i colleghi possono aggiungere). 
Ripeto - a scanso di equivoci - che quel che propongo non è che ci occupiamo, noi o solo noi, di ciascuna di queste cose; e non propongo neppure che qualcuna di queste cose ci sia affidata. Propongo che le competenze e le relazioni di AAA possano trovare i canali istituzionali per dare una mano alla città e per fornire un sostegno scientifico alla progettazione e alla pianificazione. 

sabato 20 ottobre 2012

Spesso non capisco ...

Ha ragione il Magnifico Rettore: la decisione finale sullo spostamento della sede del Dipartimento non la prendo io, la prende l'Ateneo con i suoi organi.
Io mi sono limitato a porre, come punto all'Ordine del Giorno del prossimo Consiglio di Dipartimento, la questione; se il Consiglio lo riterrà, voterà per chiedere il trasferimento o per confermare la collocazione ad Alghero.
Io proporrò che faccia la seconda cosa, ma non "a prescindere".
Cosa voglio dire? Voglio dire che, se non si verificheranno le condizioni che ho cercato di presentare nel post di ieri, al Consiglio del 16 Gennaio, proporrò al Consiglio la seguente mozione: "Il Consiglio di Dipartimento di AAA chiede al Senato Accademico e al Consiglio di Amministrazione di deliberare il trasferimento delle attività del Dipartimento a Sassari".
Il Consiglio si esprimerà.

Ciò premesso, vorrei ribadire un punto che so essere fonte di perplessità e di malumori.
Io credo che sia mio dovere  la trasparenza; credo che sia mio dovere la comunicazione. Questo blog è uno strumento informale di comunicazione di quel che so e che penso nella mia veste di Direttore. Informale, perché non vi sono in esso comunicazioni ufficiali (ma - nel caso - il racconto di comunicazioni ufficiali) e perché - pur molto meditate - alcune posizioni sono legate alle contingenze. Nella veste di Direttore, perché in questa sede non parlo come "libero cittadino" (cosa che alcuni ogni tanto pensano che non dovrei fare in nessuna sede), ma come responsabile di un'istituzione.
Ovviamente scrivere un blog implica che si voglia essere letti; ed implica anche che tra i lettori ci possano essere cronisti e giornalisti, che magari riprendono quanto scrivi e magari ti chiedono un'intervista; non è questo lo scopo del blog, ma è un possibile effetto collaterale. Perché scrivo questo? Perché è diverso l'obiettivo del post da quello del comunicato stampa. In ogni caso come titolano i media è notoriamente affar loro, così come è affar loro il modo in cui costruiscono un "pezzo". Il vantaggio di un blog è che quel che tu hai scritto è lì ben visibile.
Ciò ancora premesso, ribadisco che io penso che il dibattito pubblico sia un valore e un fatto positivo: non vorrei prendere una decisione importante senza discuterla; chi mi spinge a discutere alcune mie scelte, qualora io mi dimentichi di farlo, è un mio amico e un mio sostenitore, e debbo ringraziarlo.
Il futuro di AAA è una questione pubblica: nessuno deve poter dire: "non ne sapevo niente". La destinazione di importanti spazi di proprietà pubblica è una questione pubblica, una decisione pubblica, che va pubblicamente motivata e discussa.
Chi pone questioni e sollecita risposta è un amico, un amico di chi deve decidere e della democrazia.
Ripeto, può essere che invece io mi sbagli. Ma mi piacerebbe discuterne.

venerdì 19 ottobre 2012

Vediamo come va.

Vi do il quadro degli incontri, ringraziando tutti i destinatari delle mie richieste per la disponibilità pronta e cortese.
Lunedì 22 ore 10 incontro con la Presidente della Commissione del Consiglio Comunale, Natacha Lampis
Lunedì 22 ore 17 incontro con gli onorevoli Bruno, Cuccureddu, Fois, Sechi
Martedì 23 ore 15 incontro con il Sindaco Lubrano e gli Assessori Canu e Cardi
Mercoledì 24 ore 14.30 Consiglio di Dipartimento

Agli incontri andrò con un delegazione del Dipartimento.

Di cosa vorrei discutere? Degli spazi in primo luogo. Abbiamo bisogno dello spazio per 10 aule didattiche (una per classe, in media di 40 alunni, con un massimo di 60); gli studenti di Architettura hanno bisogno di un tavolo abbastanza grande per disegnare e fare plastici: scusateli, ma hanno scelto di studiare questa disciplina e serve loro quello spazio. Abbiamo bisogno di un'Aula magna per conferenze, seminari, incontri, e di altre aule per proiezioni e attività didattiche collaterali e periodiche (come i Master), degli spazi per i Laboratori (penso ad almeno quattro, che hanno bisogno di attrezzature più o meno complesse) degli spazi per gli studi dei docenti e del personale strutturate, per gli assegnisti, i dottorandi, i collaboratori alla didattica, i "visitatori". Abbiamo bisogno di una biblioteca. Che ci possiamo fare se è questo quel che ci serve? A proposito abbiamo previsto che nessuno studio dei docenti (e neppure quello del Direttore) vada al Santa Chiara.
Tutti in centro? No, alcuni laboratori possono trovare spazio a Tramariglio (uno c'è già). Ma in città serve un'aula magna, un posto pubblico dove possano riunirsi un paio di centinaia di persone, attrezzato, a disposizione di tutti. Non c'è, ed è un vero limite per la città tutta. La chiamerei Aula Magna di Alghero e infatti come come aula magna di AAA sarebbe necessariamente aperta a tutti. Il fatto che io pensi che la destinazione del Santa Chiara debba essere coerente e unitaria (con la bella e difficile sfida di fare una biblioteca congiunta universitaria e comunale), non significa che io creda che non ci si debba preoccupare anche della collocazione dell'Archivio storico; ma la domanda è quale è la destinazione giusta dei locali del Santa Chiara? Una volta fatta la scelta, bisogna anche preoccuparsi di dove collocare l'archivio storico.
Ci sono problemi e costi per la gestione e manutenzione di questi spazi? Ci sono. E quindi passiamo al punto successivo
In secondo luogo dei finanziamenti. Non mi farò trascinare in polemiche di campanile: non ho nulla contro Nuoro, Oristano, Iglesias, Olbia. Non ho titoli e conoscenze per dire come debba essere fatta l'Università diffusa in Sardegna. Posso solo dire che AAA ha esattamente e precisamente tutti i problemi di una sede staccata. Vero è che confina con Sassari e quindi potrebbe essere una sede suburbana; il fatto è che non lo è  (serve ancora parlarne?). Non vogliamo o non possiamo chiamarla sede staccata o distaccata? Gemmata non va bene? Distinta non piace? Separata è inelegante? Disagiata è improprio? Decentrata è vietato? Diffusa è impreciso?  Chiamiamola Gastone. E il finanziamento sia dunque per  le "sedi decentrate e per Gastone". Ripeto non dico che ci debba essere solo Gastone, ma che a Gastone spetti un finanziamento ad hoc perché non sta nella stessa città in cui sta la sede centrale (e per città non parlo di quella definita dai confini amministrativi). E questo dovrebbe valere (se si ritiene che debba esserci una sede universitaria ad Alghero) non per il fatto che Gastone è più bravo di Paperino o è il gagà più elegante di Europa, ma perché si è deciso che è importante che Gastone esista. Poi Gastone - se riappariranno i fondi per le Facoltà migliori, di migliore qualità -  concorrerà a quei fondi e farà in modo di meritarli. E infine - diciamola tutta - non è detta che Gastone (nonostante che abbia molti studenti, tutti frequentanti  e sia l'unico Dipartimento che non ha sede a Cagliari o Sassari, il che non è cosa da poco) abbia gli stessi soldi di Nuoro; potrebbero essere parecchi di meno per molte ragioni e con molte ragioni.

Credo che sia questione di scelta e di volontà politica: ci sono quattro soggetti che devono fare la loro parte.
Il Dipartimento, l'Ateneo, il Comune e la Regione (potremo citarne altri, ma questi sono i principali attori). Ciascuno ha il dovere di dire cosa vuole fare e cosa può fare. Può darsi che non serva un Dipartimento di Architettura ad Alghero, basta dirlo. Può darsi che servirebbe, ma non possiamo permettercelo,  basta dirlo. Può darsi che serva, che possiamo permettercelo, ma che serva un Direttore più magro o più silenzioso, basta dirlo. Appunto dire quel che si pensa. E fare quel che si dice. Noi di AAA ci assumiamo le nostre responsabilità. Crediamo sia nostro dovere chiedere a tutti di assumere le loro. Ci va bene sederci intorno a un tavolo tutti insieme per parlarne. Per parlarne.

 

giovedì 18 ottobre 2012

Qualche riscontro ...

Come promesso, accludo nel testo la risposta della Presidente della Commissione Natacha Lampis.


Gentile Prof. Arnaldo Cecchini,

questa sua anticipazione manifesta in modo chiaro e inequivocabile la gravità della situazione in cui versa
la Facoltà di Architettura da Lei diretta.

Come cittadina di Alghero e come Presidente della Commissione Cultura e Istruzione ritengo
assolutamente necessario per il bene della città superare tutte le
difficoltà nelle quali versa in questo momento la Facoltà.

Questa amministrazione ha a cuore la Facoltà di Architettura perché è
consapevole del fatto che essa rappresenta - oltreché naturalmente un
centro di eccellenza culturale - un irrinunciabile motore di sviluppo
sociale ed economico per la nostra città.  Ho quindi piena fiducia che
sapremo valutare con estrema attenzione e cura la delicata e
preoccupante situazione della Facoltà e operare, immediatamente, per
affrontare e risolvere le problematiche da Lei presentate. L'ha detto
anche Lei: Architettura è la Facoltà di Alghero. La sua permanenza
nella nostra città deve essere quindi difesa, mettendo in campo tutte
le risorse e le azioni necessarie.

Per quanto mi riguarda, darò ogni contributo possibile. In qualità di rappresentante del Consiglio
Comunale sono a sua completa disposizione per un confronto in qualsiasi
momento. Con forza e convinzione.

Cordiali saluti
Natacha Lampis -
Presidente della Commissione Cultura, Istruzione, Politiche sociali del
Comune di Alghero


Allego anche la lettera che ho inviato agli onorevoli Bruno, Cuccureddu, Fois e Sechi che spero di poter incontrare lunedì..

Stay tuned!





mercoledì 17 ottobre 2012

Non solo spazi.


Oggi non parlerò solo di spazi, ma anche di soldi.
Ma prima lasciatemi ancora parlare di spazi. Basti per questo, la mail che ho ricevuto da un collega. Non la commento.

Cari amici
vorrei segnalarvi ciò che tristemente già sapete, ovvero il disagio logistico degli studenti del *** anno di Architettura.
Ieri avevo 4 ore di lezione frontale con loro. Li ho chiamati al telefono mezz'ora prima della lezione, perché ormai so che possono essere ovunque. Mi hanno detto che erano, stavolta, nell'androne dell'Asilo.
Ho fatto lezione nell'androne in condizioni di indicibile difficoltà. Grida e schiamazzi minacciano la lezione dall'entrata dell'Asilo e dal corridoio che dà sul giardino. File di studenti passano all'interno della "classe" per andare in bagno. Altre file si formano per acquistare bibite dai distributori, con relativi tintinnii di monete e tonfi di lattine. Credo di essere uscito più di venti volte per chiedere ai capannelli di studenti di fare per favore silenzio (non immaginavano di disturbare una lezione).
In più, io avevo preparato la lezione impostandola sull'ausilio di un powerpoint che non ho potuto proiettare: sia perché nell'androne non c'è uno schermo (sui pannelli ci sono dei fogli di carta, ma i pannelli servono al momento da paravento), sia perché non c'erano proiettori ieri all'Asilo (perché?? Segnalo anche questo problema).
Ho dovuto improvvisare una lezione del tutto diversa da quella prevista. Nell'androne non esiste neanche una lavagna: è impossibile quindi utilizzare un qualsiasi tipo di supporto grafico.
In classe avevo circa 40 studenti, di cui una dozzina di Erasmus che avevano facce sbigottite e seccate (evidentemente sono meno assuefatti dei nostri studenti). Mi sono vergognato molto; mi sono a lungo scusato con tutti a nome del Dipartimento e dell'Ateneo.
Ho chiesto agli studenti se ritenessero opportuno andare al Pou Salit, ma hanno detto che non entrano tutti nell'aula al piano terra e che tutto considerato la situazione sarebbe stata peggiore.
Ho parlato con *** (che ringrazio per la disponibilità), e seguirò - per quanto mi sarà consentito - il suo consiglio di spostare il maggior numero possibile delle mie lezioni al mercoledì, quando ci sono aule disponibili all'Asilo. Ma credo che questa non possa essere non dico la soluzione, ma neanche il palliativo.
In futuro mi rifiuterò di fare lezione frontale nello spazio dell'androne dell'Asilo. Abbiamo convenuto con gli studenti che le mie prossime lezioni - in assenza di novità positive - si svolgeranno al Liceo Artistico: a loro giudizio, fra tutte le mediocri opzioni che esistono al momento, la più tollerabile.
Vi ringrazio per l'attenzione, e vi prego di continuare a lavorare - come state facendo - a una possibile soluzione del problema; ditemi se occorre che faccia qualcosa io; mi farò vivo con *** per vedere di spostare un po' di mie lezioni al mercoledì. 


L'altra questione è quella dei soldi; leggete qui. Avete letto? Ora pensateci un momento: cosa manca? Direte, ma certo? E poi vi verrà subito in mente che Alghero è una località suburbana di Sassari. O no? Se ne può parlare,  con la massima fraternità nei confronti di Nuoro, Oristano, Iglesias, Olbia (le ultime due in ordine alfabetico, a parità di somma)?

Concludo con una riflessione che cercherò di approfondire in futuro. Perché un blog? A me viene in mente che chi ha il compito di gestire gli affari di una comunità dovrebbe tenere un blog; a molti altri che, invece, non dovrebbe tenerlo. 

Io non so cosa rispondere a chi mi dice o a chi mi fa capire  che non dovrei avere un blog, questo blog in cui - con il massimo rispetto e con la massima trasparenza - racconto quel che faccio, quel che succede e quel che penso con riferimento ad AAA, assumendomi la personale responsabilità di quel che scrivo, ma con le attenzioni e le prudenze  di chi ricopre una carica istituzionale elettiva. Ci penso e non so proprio capire perché dovrebbe essere altrimenti.

P.S. Domani posterò, se sarò autorizzato a farlo, la bella risposta della Presidente della Commissione cultura, istruzione e politiche sociali.



martedì 16 ottobre 2012

AAA? - Primi segnali

La lettera pubblicata nel precedente post ha prodotto qualche risultato.

La delegazione di AAA incontrerà il Sindaco Stefano Lubrano e gli Assessori Alma  Cardi e Massimo Canu martedì alle 15 e la Presidente della Commissione Consiliare competente Natacha Lampis lunedì alle 10.
Ringraziamo per la disponibilità.
In questa fase non abbiamo inviato Comunicati stampa, ma non possiamo impedire ai media di leggere questo blog e di chiederci commenti.

Ad alcune osservazioni avanzate, mi sento di rispondere che - a mio avviso - ad Alghero servono spazi importanti per attività culturali ed eventi nelle aree centrali: un'aula magna - auditorium al Santa Chiara, una sala proiezioni, delle aule per incontri sarebbero strategici; potrebbero dare all'Università, al Comune, alle associazioni culturali e agli operatori spazi  che migliorino, e di molto,  l'offerta culturale per cittadini e ospiti.
Direi, sulla base del principio - che per un'istituzione educativa è ovvio - di mettere gli spazi a disposizione gratuita di tutti, senza privilegi e senza formalità.

Il palazzo dei congressi è un'altra cosa, è una macchina complessa che - a mio avviso - non funzionerà mai.
Ma questo è un altro discorso.

Ovviamente i nostri problemi non sono solo (ma anche!) quelli di avere un auditorium (magari!). Ma l'auditorium è in qualche modo un compendio e un simbolo. Mi sono vergognato perché alle nostre 120 matricole e ai nostri 30 studenti Erasmus ospiti non abbiamo potuto offrire uno spazio abbastanza capiente per accoglierli e salutarli, molti si sono accalcati alle finestre, altri se ne sono dovuti andare. Mai più. Lo ripeto: mai più.

lunedì 15 ottobre 2012

AAA?

Allego la lettera che ho inviato al Sindaco di Alghero, agli Assessori competenti, alla Presidente della Commissione consigliare scuola e cultura.

Le preoccupazioni e le difficoltà che segnalo sono tanto più gravi in quanto le prospettive della nostra piccola comunità appaiono (apparirebbero) ottime.

Nonostante tutte la comunità di AAA sta facendo la sua parte.
La domanda che rivolgiamo alla città e alla sua Amministrazione, alla Regione, all'Ateneo è:
è possibile avere un Dipartimento in una sede staccata?
con gli spazi e i servizi di cui ha bisogno?
con la dotazione di risorse che consenta di operare?

Non sono domande con una risposta scontata; è un grosso impegno, è una scelta.
Noi non rinunciamo a fare una Scuola di qualità al servizio del territorio e con una grande apertura internazionale.
Se possibile ad Alghero (perché AAA se no?); se non è possibile ad Alghero, a Sassari; se non è possibile neanche a Sassari, a Cagliari.

Tutto qua.

mercoledì 10 ottobre 2012

Progetti per Muros ...

Non è proprio così come c'è scritto, ma se leggete questa notizia vi potrebbe venire in mente una cosa importante e interessante.
E cioè che AAA ha in essere molti accordi di collaborazione con molti Comuni, che stanno dando frutti molto positivi.
Parlo ad esempio  di Sassari, di Muros, di Villanova Monteleone, di Olmedo per restare molto vicini ad Alghero.
Come funziona? In genere c'è un accordo-quadro non oneroso (o che prevede qualche borsa di studio) e si comincia a lavorare, con tirocini di studenti, seminari, conferenze, attività di formazione, collaborazione con gli uffici, partecipazione a bandi (una strada obbligata per gli Enti Locali).
L'idea è che la progettualità che serve di volta in volta abbia bisogno di essere coordinata e pianificata, essere parte di un sistema e di una strategia.
Ad AAA ci sono molte competenze ed esperienze che possono essere utili alle Amministrazioni.
La parte di risorse che  generate che tornano al Dipartimento, servono pressoché tutte per borse di studio, assegni, pubblicazioni.
I progetti che le Amministrazioni conquistano sono coerenti e la loro efficacia e utilità è massima.
Confrontarci con chi governa il nostro territorio è per noi un obbligo e un'opportunità; allo stesso modo che lavorare e collaborare con enti di ricerca e università di tutto il mondo: due facce della stessa medaglia.


venerdì 5 ottobre 2012

Guardando più in là

Più in là del difficile avvio dell'anno accademico ad Alghero; con i problemi di sempre, aggravati dal fatto che sono quelli di sempre, con l'indifferenza generale e generalizzata di sempre e la nostra incapacità di reagire insieme di sempre.
Più in là di quelle che sarebbero altrimenti (e che persino sono) le prospettive e la qualità che - nonostante tutto - AAA riesce a mantenere e a esprimere (non che per tutti questo sia considerato un merito, per alcuni è un fastidio).

Più in là è il programma Erasmus che quasi sicuramente a Sassari non sarà toccato per il prossimo anno (i nostri uffici Erasmus e il delegato, il collega Piero Sanna sono efficienti, attenti, rapidi e degni di fede), ma che l'Unione Europea metterà certamente in discussione con la cecità che solo i banchieri hanno; sono i tagli costanti all'istruzione pubblica e il furto di futuro a milioni di giovani; è l'invenzione sulla base di un dissennato e sciocco furore ideologico di una macchina concorsuale farraginosa e inefficiente che rafforzerà il potere dei baroni e scaricherà su Atenei sempre più poveri la frustrazione degli idonei; è il provincialismo dei Rettori più potenti, che si illudono di prosperare distruggendo i piccoli Atenei e inventandosi improbabili corsi di laurea tuttininglese; è la protervia di Consigli di amministrazione di Ateneo che proibiscono la libertà di parola.
E soprattutto è il nostro silenzio e la nostra complicità.


La mia complicità forse (per quel che non riesco a fare), ma non il mio silenzio.